Comunicazione d’impresa…che impresa!

Cosa hanno in comune la grande maggioranza delle PMI e le piccole Associazioni?
La risposta è “una comunicazione disturbata”. Disturbata nel senso che la comunicazione che viene effettuata non riesce a trasmettere il giusto messaggio o quanto meno non in modo completo, il problema aumenta se poi vogliamo considerare le ulteriori distrazioni alle quali gli individui sono soggetti nella fruizione della comunicazione stessa. Il risultato è che molte attività ogni giorno perdono dei possibili profitti perché non riescono a comunicare al loro giusto target di Clientela, che poi non si abbia ancora chiaro quale sia il loro target…questo è un’altro aspetto e riguarda il marketing. La comunicazione è qualsiasi cosa, addirittura anche il silenzio comunica – secondo il primo assioma della comunicazione “È impossibile non comunicare”. Quando parliamo di comunicazione d’impresa quindi facciamo riferimento anche ad un’insegna, la decorazione di un veicolo o di una vetrina, un sito internet, un comunicato stampa, la pagina social, la divisa del dipendente, una targa e così via all’infinito. La comunicazione d’impresa è “un impresa” poi… perché non esistono regole universali, ma ogni caso rappresenta una sfida. Proprio una comunicazione indirizzata al “Cliente ideale” o una comunicazione che addirittura trasferisce valore ai prodotti o servizi, è alla base del successo di diversi marchi in franchising, nonché di diversi tra i marchi più conosciuti al mondo.

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illy caffé si è sempre contraddistinta per l’attenzione prestata all’immagine aziendale, facilmente riconoscibile, pulita ed elegante, tanto da riuscire ad aumentare le vendite nonostante un prezzo mediamente più alto del suo caffé.

Portiamo l’esempio di un negozio che commercializza mobili ed accessori per il bagno, i suoi prodotti sono di qualità e costano anche più della media dei prodotti sostitutivi, ma la sua comunicazione è confusa: vetrine piene di oggetti, un’insegna vecchia e non curata, adesivi e banner che propongono sconti particolari. Il risultato della comunicazione confusa è che c’è molto traffico all’interno dello showroom, ma non si effettuano acquisti poiché i prezzi sono ritenuti alti dalla maggioranza dei potenziali Clienti, nonostante gli sconti che li avevano invogliati ad entrare fossero reali. I commessi si stressano, i prodotti non si vendono e il titolare ritiene che sia colpa della crisi. Nel contempo il Cliente ideale che si trova di passaggio, distratto dal contesto non percepisce la qualità dei prodotti commercializzati e passa, magari acquistando poi lo stesso prodotto ad un prezzo anche maggiore all’interno di un altro negozio la cui comunicazione è più curata. I risultati non vanno valutati in base alle persone che transitano all’interno del negozio, ma dalle banconote presenti in cassa a fine giornata, anzi meno traffico equivale anche a meno stress per commessi e titolari. Seguendo un piano di comunicazione strategicamente ideato e implementato nel modo corretto, avendo un’immagine coordinata coerente con la propria attività, si aumenta il traffico di Clienti ideali, quelli che vogliono il nostro prodotto, e quindi si riempie la cassa a fine giornata. La bravura dell’imprenditore quindi sarà progressivamente avere le risorse, gli spazi e i prodotti per soddisfare una domanda crescente. Se poi vendete merce di bassa qualità puntate tutto sul prezzo basso e fregatevene della comunicazione, non è cosa per voi.

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