Il mercato è in continua evoluzione come la società, consumi e i suoi bisogni. Adattarsi o scomparire sono le due possibilità che un’impresa già presente sul mercato deve valutare. Adattarsi vuol dire avere le risorse giuste al momento giusto per far fronte alle esigenze improvvise che si possano manifestare. Avere tutte le tipologie di risorse all’interno vuol dire essere una grande impresa o meglio una multinazionale, quindi è conveniente avere del personale interno per le innumerevoli necessità che si manifestano giorno per giorno.
La piccola realtà e la media impresa italiana, invece, spesso non riescono ad avere internamente una specializzazione tale come servirebbe in quei particolari momenti di esigenza, ecco che prende piede il temporary management, o meglio, il professionista in outsourcing.
Per far girare l’ingranaggio bloccato, serve la persona che sappia bene dove mettere le mani, il tempo è tutto e non possiamo rischiare che altri ingranaggi si fermino in attesa della risoluzione del problema. L’outsourcing permette quindi di contenere le spese e massimizzare l’investimento avendo sempre la soluzione adhoc in riferimento alle ultime tendenze di mercato e alle potenzialità dell’azienda o dell’associazione.
In questo quadro centrale è la figura del consulente marketing e comunicazione che agisce da problem solver e si inserisce all’interno del team orientandolo e guidandolo verso l’efficienza e l’efficacia, trasferendo all’azienda un’immagine coordinata riconoscibile e coerente con quelli che sono i valori e la mission. Spesso, la definizione di valori e mission, insieme al managment dell’azienda, rappresenta il primo livello della consulenza in outsourcing.
