Clubhouse: il social network che si sente

Si parla di questo nuovo social network che sta attirando sempre più utenti che possono confrontarsi riguardo agli argomenti proposti dai creatori di “room”, stanze virtuali all’interno delle quali il confronto avviene in modo verbale.

La similitudine tra Clubhouse e la radio è automatica, la differenza è che non ci sono frequenze alle quali sintonizzarsi ma ogni utente può liberamente creare “room” identificate da tematiche specifiche, gli utenti possono partecipare liberamente in caso di “room open”, solo chi segue gli speaker in caso di “room social” o esclusivamente su invito se si tratta di “room closed”. All’interno della “room” vengono definiti gli speaker, persone competenti in merito all’argomento di cui si discute, e si da la possibilità di intervenire a tutti gli utenti semplicemente “alzando la mano” e chiedendo parola.

Proprio come la radio l’utente può ascoltare lo streaming mentre svolge altre attività in modo passivo oppure prendere parte attivamente alla discussione, proprio come se si fosse presenti tutti in un’unica stanza. Seguendo le persone ritenute interessanti cliccando sul solito “follow” l’applicazione invierà una notifica ogni volta che la persona parteciperà ad una “room” in qualità di speaker, è possibile creare degli allert in corrispondenza dell’inizio degli eventi e partecipare alla discussione in modo semplice ed immediato.

Si parla di Clubhouse come applicazione che possa offuscare l’importanza delle più note facebook, Instagram e TikTok, in verità è molto più simile (nella sua fase di startup) a linkedin o Twitter dove i contenuti rilevanti sono di livello superiore rispetto ai socialnetwork utilizzati dalla massa. Concretamente Clubhouse sembra essere l’evoluzione della radio, dove in un momento storico in cui la musica si ascolta tramite Spotify, Deezer, Apple Music, Amazon Music o più semplicemente tramite supporti per Mp3, in questa applicazione per smartphone troviamo la rivincita del contenuto, dell’aspetto umano di confronto e condivisione caratteristico proprio del periodo storico delle “radio libere” iniziato nel 1974 in Italia.

Clubhouse nato nel 2020 da un’idea della coppia Paul Davison e Rohan Seth (un imprenditore e un ingegnere) sta raccogliendo velocemente fondi e sta crescendo in modo esponenziale (per il momento non è disponibile per Android ma solo su iOs) anche se il modello di business non è ancora ben chiaro.

L’oggetto del contendere è sempre lo stesso, l’attenzione dell’utente che mentre utilizza una App non può utilizzarne altre…ovvero anche in questo Clubhouse è un’applicazione innovativa, si può ascoltare lo streaming della “room” mentre si utilizza il proprio smartphone per fare qualsiasi altra cosa finanche altre applicazioni come facebook o Instagram.

Molti i personaggi noti già presenti su Clubhouse da Helon Musk a Mark Zuckerberg, tra gli italiani il seguitissimo Marco Montemagno e tanti altri che stanno scoprendo questo nuovo canale che sembra essere un luogo virtuale in cui fare “personal branding”, le radio e gli speaker radiofonici stanno già presidiando il social network che per il momento non è accessibile in modo rapido da chiunque ma necessita di ricevere un invito. Si, proprio così…ogni nuovo utente ne può invitare un altro, se non si riceve l’invito ma si vuole comunque utilizzare Clubhouse si può comunque installare l’applicazione sul proprio iPhone e scegliere un nickname che viene posto in uno status di prenotato, attendete e qualcuno magari vi cederà il suo invito così che possiate utilizzare Clubhouse e farvi coinvolgere dal social network del momento.